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Biodiversità vegetale
(G. Cristofolini e R. Giacomelli)


Senza le piante non si mangia. Le piante stanno alla base di tutte le catene alimentari: perciò la diversità vegetale è la premessa per la diversità degli altri organismi. Una fitta rete di interazioni (predazione, consumo, mutualismo, ...) lega le piante a tutti gli altri viventi. In occasione dell’anno mondiale della Biodiversita’, vedi Biodiversity Tour di sabato 4 dicembre 2010 alle ore 10 nell’aula B del Complesso Belmeloro e http://www.scienzagiovane.unibo.it/programma-biodiversity.html
[credit : G. Cristofolini e Dipartimento di Biologia dell’Universita’ di Bologna ]

Bologna, 2/12/2010

Il deposito del Giudizio Universale
(S. Cecchini e B. Poli)

Fig.1 L'ingresso del deposito


Fig.2 Una delle sale in cui sono conservate i semi

Siamo a dicembre e prima che il 2010, Anno Internazionale della Biodiversità, volga al termine, vorremmo parlarvi dello Svalbard Global Seed Vault, un deposito situato su una remota isola dell’arcipelago norvegese delle Svalbard che custodisce sementi di tutto il mondo.
Finito di costruire nel 2008, attualmente è la Banca di Semi più varia del mondo.  La sua funzione è quella di proteggere il nostro pianeta dalla perdita di materiale genetico dovuta ad incidenti o disastri naturali. Avvenimenti non poi così rari. Recentemente materiale genetico si è perso nelle guerre in  Iraq e Afghanistan e nelle Filippine per un  tifone nel 2006.

Il deposito delle Svalbard è stato costruito in una nazione politicamente stabile e nel cuore di una montagna artica in cui è presente il permafrost che indica una zona esente da attività tettonica. Tutto è stato studiato per assicurare al meglio il mantenimento delle sementi.  Il sito è localizzato a 130 metri sopra il livello del mare perchè rimanga all'asciutto anche nel caso di scioglimento dei ghiacci e i semi confezionati in speciali pacchetti di quattro strati sigillati dopo averli scaldati per escludere l'umidità. Un sistema  refrigerante mantiene le sementi ad una temperatura tra −20 e −30 °C. Nel caso questo sistema si fermasse per un black out, dovrebbero passare parecchie settimane prima che la temperatura riesca a salire  fino a quella della roccia circostante (-3 °C).
Il costo complessivo di realizzazione è stato sostenuto dal governo norvegese, mentre le spese annuali per la struttura e la sua manutenzione sono a carico del Fondo mondiale per la diversità delle colture e della Norvegia. Al Fondo Mondiale contribuiscono principalmente la Fondazione Bill & Melinda Gates, il Regno Unito, la Norvegia, l’Australia, la Svizzera, la Svezia e non mancano contributi dal  Brasile, Colombia, Etiopia e India.
Sullo Svalbard Global Seed Vault è stato realizzato un documentario scientifico intitolato “Seed warriors” (I Guerrieri del Seme) che nel 2010 ha ottenuto diversi premi. Recentissima è anche la produzione di una puntata del noto cartone animato Futurama (Futurama serie 6 episodio 13).
A tutt’oggi sono stati raccolti  mezzo milione di campioni di semi; le tre sale del deposito conterranno fino a 4 milioni e mezzo di specie diverse.

Bologna, 2/12/2010

Grafene e premio Nobel 2010 per la fisica
(S. Focardi, R. Giacomelli, V. Togo)
I due scienziati russi, trapiantati nel Regno Unito, Andre Geim e Constantin Novoselov hanno ricevuto il Premio Nobel 2010 per la scoperta del Grafene, un materiale eccezionale composto da strati monomolecolari di carbonio organizzati in una griglia a nido d’api dello spessore di un singolo atomo, vedi Fig. 1a.  Uno strato di grafene e’ dotato della superficie piu’ estesa in proporzione al suo peso, e’ impermeabile a gas e liquidi e conduce calore ed elettricita’ meglio del rame. Uno o piu’ strati di grafene sono il materiale piu’ sottile esistente e nello stesso tempo il piu’resistente, Fig. 1b. I portatori di carica elettrica presentano, a temperatura ambiente, una mobilita’ enorme e hanno massa efficace nulla. Questo materiale e’ in grado di sopportare densita’ di corrente elettrica di sei ordini di grandezza maggiori di quella del rame, presenta una conducibilita’ termica enorme ed e’ molto resistente alle deformazioni. Gli aspetti fisici del grafene piu’ studiati sono le sue proprieta’ elettroniche, che sono uniche e diverse da ogni altro sistema allo stato solido. Il doppio strato di grafene si presterebbe a molte applicazioni nei circuiti elettronici. Uno strato monoatomico di grafene avvolto in forme arrotondate da’ luogo a fullereni [ avvolto in forma cilindrica costituisce un nanotubo di carbonio, in forma a palla costituisce una backyball ] Fig.1c. Nel giro di una decina di anni il grafene potrebbe sostituire il silicio nei circuiti base dei calcolatori e in moltissime altre applicazioni pratiche.
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Fig.1 (a) Schema della struttura a nido d’api di uno strato monomolecolare di grafene,  (b) foto di strati di grafene, (c) schemi di fullereni. [ Credit Europhysics News, grafene.it, Phys. Manchester ]
Bologna, 11/10/2010

Fotografare gli animali
(S. Cecchini e R. Giacomelli)

I recenti sviluppi tecnologici nel campo della fotografia hanno reso possibile costruire semplici e poco costose macchine fotografiche digitali elettroniche che permettono di fotografare con facilita' gli animali. Vedere e fotografare gli animali nel loro ambiente naturale ci regala spesso sensazioni difficili da descriveree a parole : certe immagini ben realizzate possono riuscire a trasmettere tali sensazioni. E oggi molte persone riescono a fare strabilianti fotografie. Notare che il 2010 e' l'anno mondiale della biodiversita'. Nelle diapositive allegate vi sono belle immagini di tanti animali e anche di fiori.

[ Credit : …..] con la speranza che vi piacciano!

Bologna, 27/8/2010

MiniDarwin in spedizione nella foresta amazzonica
(B. Poli)
Lunedì 26 luglio 2010 è partita, con destinazione il Brasile, la terza edizione di MiniDarwin: un’iniziativa di divulgazione scientifica multimediale, ideata dalla giornalista scientifica Paola Catapano, basata sulle spedizioni di ricerca di un gruppo di bambini tra i 7 e i 14 anni di diverse nazionalità.
Lo scopo: far loro scoprire l’evoluzione darwiniana e le sue molteplici ricadute sulla scienza contemporanea.
A seguito della prima spedizione alle Isole Galapagos, per il bicentenario della nascita di Charles Darwin, e dell’avventura sui vulcani italiani, nell’Anno Mondiale del Pianeta Terra 2008, la tappa centrale della spedizione 2010 sarà nella foresta pluviale della regione amazzonica per celebrare l’Anno Mondiale della Biodiversità. La prima tappa sarà all’arcipelago brasiliano di Fernando de Noronha (Patrimonio Mondiale dell’UNESCO),oggi uno dei principali “hot spot” di biodiversità del pianeta.
Dopo una breve sosta a Manaus, capitale della regione amazzonica, presso la sede dell’ INPA (Instituto Nacional Pesquisa Amazonica) e a Tefé, la "città porta" della foresta pluviale amazzonica, i MiniDarwin raggiungeranno l'obbiettivo principale di questa spedizione: la Riserva Ecologica di Mamirauá per lo Sviluppo Sostenibile, una riserva basata su un modello innovativo di conservazione della biodiversità che protegge la zona di foresta pluviale più grande del mondo. Il viaggio, realizzato col patrocinio di "2010 Anno Mondiale della Biodiversità", il supporto scientifico di IUCN (Unione Mondiale per la Conservazone della Natura), ERASMUS MC Rotterdam e dell’ INPA (Istituto Nazionale brasiliano per la Ricerca in Amazzonia) e il contributo di Merck Serono Ginevra, coinvolge cinque bambini tra i 7 e i 13 anni di nazionalità italiana, olandese e brasiliana. In attesa di conoscere la loro esperienza attraverso un libro, il terzo della serie, a cura della GIUNTI Editoriale Scienza, oppure da un sito interattivo o da una serie di trasmissioni e reportage per i media internazionali già in programma, possiamo, sin da ora, conoscere i loro racconti sul BLOG della spedizione al seguente idirizzo:
http://minidarwin.blogspot.com
Bologna, 27/7/2010
Il satellite spaziale Planck e i processi di formazione stellare
(S. Cecchini e R. Giacomelli)
prominenza solare
Fig.1 Foto in "luce visibile" di un
settore della nebulosa di Orione.
Notare i due raggruppamenti di
giovani stelle massicce.
[Credit: ESA, Planck]
Il satellite Planck è stato lanciato dall'Agenzia Spaziale Europea il 14 maggio 2009. Dopo un viaggio di due mesi ha raggiunto la sua orbita di operazione attorno al punto L2 ed ha cominciato a prender dati con i suoi rivelatori sensibili nella banda da 30 a 857 GHz. Recentemente (28 Maggio 2010) ha completato la "fotografia" del cielo a queste frequenze facendo scansioni della sfera celeste come quelle riportate nel video 1. Lo scopo scientifico principale di Planck e' quello di misurare con estrema precisione la radiazione cosmica di fondo e la sua polarizzazione.
prominenza solare
Fig.2 Osservazione della stessa zona di Orione da
parte del rivelatore a microonde a 30 GHz di Planck:
si nota una grande nube di gas e polvere,
che e’ il materiale da cui si formeranno nuove stelle.
[Credit: ESA, Planck]
Le caratteristiche senza precedenti di Planck (sensibilità e risoluzione) forniscono un'immagine multi-frequenza dell'intero cielo che permetterà di studiare e comprendere meglio vari aspetti della formazione delle stelle e delle galassie e di come si è formato il nostro Universo. Ad esempio la Fig.1 mostra una immagine nel visibile nella regione della Nebulosa di Orione, dove e' in corso un'attiva formazione di nuove stelle dal materiale interstellare. In essa si vedono due raggruppamenti di giovani stelle massicce.
Nella Fig.2 l'immagine della stessa regione presa con i rivelatori di Planck operanti a 30 GHz mostra in "falsi colori" la grande nube di gas che circonda le stelle. Un'altra immagine ottenuta con i rivelatori a 857 GHz rivela invece la radiazione dalle polveri che contribuiscono alla nascita di nuove stelle. L'osservazione simultanea permette quindi di ricostruire le proprietà dei vari costituenti dello spazio interstellare. La Fig. 3 mostra un' immagine globale del cielo ripresa da Planck : notare il piano medio della Nostra Galassia (la Via Lattea ) e notare la grande quantita' di materiale gassoso e di polveri anche lontano dal piano medio della nostra via Lattea. Le zone in cui si misura direttamente la radiazione cosmica di fondo proveniente dai primi istanti dell'universo sono quelle piu' distanti dal nostro piano galattico; nelle zone piu' vicine al piano galattico occorre sottrarre il fondo dovuto alle radiazioni provenienti dalla nostra galassia.
prominenza solare
Fig.3 Visione globale del cielo osservata da Planck:
notare il piano galattico della nostra galassia e le numerose
nubi di gas a una certa distanza dal piano galattico.
[Credit: ESA, Planck]

 
 
 
Bologna, 13/7/2010
Il Sole ad alta risoluzione nell'ultravioletto
(G. Giacomelli, R. Giacomelli, Z. Sahnoun)
prominenza solare
Immagine ad alta risoluzione di una "prominenza"
alla superficie del Sole osservata nell'estremo
ultravioletto, ripresa dallo spazio dal
Solar Dynamic Observatory. (Credit: NASA)
clicka sull'immagine per vedere il filmato
 
Il mese scorso sono state divulgate le prime immagini ad alta risoluzione del Sole prese dallo spazio dal Solar Dynamic Observatory (SDO) della NASA. La sonda SDO fa parte di un’ampio programma della NASA chiamato “Living with a Star” cioè “Vivere con una stella”. Lo scopo di questo programma è di studiare e capire meglio come l’attività del Sole influenza la vita sulla Terra.  
Il Sole non è una sfera perfetta e rigida come si poteva credere. È un astro attivo, che non solo emette luce ma rilascia anche energia e particelle cariche veloci. Queste attività sono legate al campo magnetico generato dalla rotazione turbolenta del plasma (gas di particelle cariche) che lo costituisce. Al di là delle note “macchie solari” con un ciclo undecennale, diversi fenomeni accadono: i flares (brillamenti) e gli anelli coronali ne fanno parte.
Nella Fig.1 si vede, in lunghezze d’onda nell’estremo ultravioletto, un’enorme eruzione solare (detta anche prominenza solare) scaturita da una nube di plasma relativamente fredda che si estende dalla superficie solare (fotosfera) fino alla corona. Cliccando sulla figura si può vedere un filmato dell’eruzione. Nel caso di eruzioni solari violente possono essere emessi dalla corona solare getti di particelle cariche energetiche. Queste particelle quando si avvicinano alla Terra possono disturbare e anche danneggiare i satelliti artificiali, gli apparati di comunicazione e le reti elettriche.
Il Solar Dynamic Observatory con i suoi molteplici strumenti ha iniziato a prendere immagini e filmati in una larga banda di lunghezze d’onda con una risoluzione senza precedenti e darà nuove informazioni importanti sull’attività magnetica del Sole.
 
Bologna, 8/6/2010
La Terra vista dallo spazio
(L. Bruzzi, G. Giacomelli, R. Giacomelli, Z. Sahnoun)
Terra dallo spazio
Fig.1. Foto della Terra raccolte dall'astronauta S.Williams
(Credits: S.Williams e NASA)
All’occhio umano la Terra appare come una superficie piatta senza confini.
I primi grandi navigatori del 1400-1500 si resero conto che la superficie terrestre non poteva essere piatta e che doveva essere sferica. Ma è solo nel secolo scorso quando è avvenuta la conquista spaziale che si è riuscito a vedere la Terra come un insieme dal di fuori. Furono messi in orbita attorno alla Terra molti satelliti artificiali; poi molti satelliti furono lanciati a grandi distanze dalla Terra, anche attorno ad altri pianeti del nostro sistema solare, e l’uomo e’ andato sulla Luna. Infine è stata instellata la Stazione Spaziale Internazionale a circa 350 Km dalla superficie terrestre.
Con i mezzi moderni e’ quindi ora facile osservare e fotografare la Terra da molto lontano. Cio’ permette non solo di vederla realmente come una sfera, ma anche di seguire le varie fasi di illuminazione, di vedere il moto di rotazione terrestre e anche il moto intorno al sole che la illumina.
Sono disponibili molte foto della Terra osservata da distanze diverse: da grandi distanze la Terra appare come un bellissimo pianeta blu, di solito con parecchie nubi. Da distanze ravvicinate sono osservabile i dettagli di intere regioni, di grandi isole e di mari diversi e anche di molti dettagli terrestri con ottima risoluzione spaziale. E’ anche possibile scegliere foto fatte in condizioni meteorologiche speciali, in particolare senza nubi, oppure comporre un mosaico di foto particolari. In queste condizioni, di notte si osservano molto bene le zone in cui vi sono molte citta’ che emettono luce dall’illuminazione pubblica, e vedere le zone illuminate dal sole e quelle in cui il sole e’ tramontato. Clickando sulla Fig.1 vengono presentate una collezione di foto spettacolari in formato .pps, cioe’ in un formato che presenta automaticamente una nuova foto ogni qualche secondo.

Bologna, 20/4/2010
Nuovi acceleratori in terapia medica
(R. Giacomelli, G. Maltoni)
TERA
Fig.2. Schema del centro progettato da TERA.
Si vedono le 3 sale di trattamento con i loro 4 fasci,
3 orizzontali e 1 verticale. (Credit: TERA e CNAO)
A metà febbraio 2010 a Pavia è stato inaugurato il CNAOCentro Nazionale di Adroterapia. Qui si potranno curare anche i tumori resistenti alle attuali terapie e non raggiungibili chirurgicamente. Fasci di particelle pesanti accelerate ad alta energia (adroni), permetteranno di bombardare il bersaglio, anche se in profondità, senza danneggiare altri tessuti. Si tratta del primo Centro di questo tipo in Italia, del quarto a livello mondiale. Dobbiamo ringraziare i progressi nella fisica delle alte energie e gli Enti di ricerca nazionali, quali l'INFN, ed internazionali che hanno sostenuto le necessarie collaborazioni.
Già all'inizio degli anni '90, il fisico italiano U. Amaldi intuì l'importanza di usare fasci di particelle nella terapia oncologica, più potenti dei raggi X e gamma. Nacque il progetto TERA e si aprirono nuove speranze di buona sopravvivenza per il malato.
Oggi grazie ai nuovi acceleratori, è possibile creare “sottili” fasci di particelle pesanti e raggiungere direttamente il bersaglio, senza danneggiare i tessuti sani circostanti. I parametri coinvolti sono molteplici e di varia natura e richiedono competenze multidisciplinari. Le prime particelle usate sono stati gli ioni di idrogeno (protoni). Ora saranno utilizzati ioni di carbonio, più pesanti e efficaci che richiedono energie molto più elevate. Nel corpo umano, (fatto al 70% di molecole di acqua), per entrare a 20-30 cm di profondità, i protoni devono avere energie dell'ordine di 200-300 MeV (Mega electronVolt). Gli ioni di carbonio per giungere alla stesse profondità devono essere 20 volte più energici. Quindi servono acceleratori più potenti come quello del CNAO.
CNAO
Fig.1 Panoramica del sincrotrone di Pavia. Magneti deflettori (blu)
e la cavità a radiofrequenza (rossa) che accelera le particelle che
circolano nell'anello. (Credit: fondazione CNAO)
Gli ioni di carbonio prodotti riuscirano a colpire anche i tumori in profondità e quelli a ridosso di tessuti ed organi delicati, fragili ed essenziali, non raggiungibili chirurgicamente o con altre radiazioni! Il Centro offrirà nuove speranze a chi non ha ottenuto risultati soddisfacenti con le altre terapie, a chi ha in gioco occhi, genitali, spina dorsale, fegato, polmoni.......ma particolarmente ai bambini che, avendo tessuti più radiosensibili degli adulti devono essere maggiormente protetti dai rischi connessi alla odierna radioterapia.


Bologna, 19/3/2010

BUON 8 MARZO!
(B. Poli)

 

L’8 marzo è la giornata internazionale della donna. Anche se in un modo ideale questa festa non avrebbe senso di esistere perché l’uguaglianza dovrebbe essere qualcosa di scontato, in molte parti del mondo e in molti settori del lavoro, le discriminazioni sono ancora all’ordine del giorno. E nella scienza? Ecco come risponde il Direttore Generale del CERN.

«Nella giornata della donna manderemo un chiaro messaggio a tutte le donne interessate alla scienza e alla ingegneria, per far capire che questi campi sono aperti anche a loro.  Al centro di controllo del CERN, metà degli ingegneri, che hanno la responsabilità del funzionamento del più potente acceleratore del mondo, sono donne. Negli esperimenti, in tutti i dipartimenti del CERN, nel settore amministrativo, le donne sono ampiamente rappresentate.
Al CERN e nel mondo delle fisica delle particelle elementari, il talento è l’unico criterio che conta. Il genere, la razza, la religione non giocano nessun ruolo nell’ attribuzione del lavoro.
Nella giornata della donna, noi incoraggeremo il personale a far sì che il maggior numero di donne siano in turno alle sale di controllo degli esperimenti e degli acceleratori del CERN, all’ufficio informazioni del centro di calcolo e alla guida delle visite ufficiali.  Il fatto che questo sia facilmente realizzabile al CERN forse potrebbe sorprendere chi non ci conosce bene, ma non me. La curiosità, il principale prerequisito di un ricercatore, è una caratteristica presente in tutto il genere umano e si riflette anche nella comunità del CERN. Gli uomini e le donne provenienti da ogni parte del mondo vengono qui per effettuare le loro ricerche e la diversità, che ciascuno di loro porta, è uno dei nostri più preziosi elementi»


Bologna, 7/3/2010
Traffico aereo mondiale e regionale
(M. Cuffiani, G. Giacomelli, R. Giacomelli)
traffico-aereo-mondiale
Fig.1 Traffico aereo mondiale
La Fig. 1 mostra immagini del traffico aereo nel mondo, 24 ore ridotte in un minuto. Ciascun punto giallo è un aereo. Visto dallo spazio si potrebbe pensare a “sciami di api”. Si può vedere il nostro pianeta con all’inizio l'Europa di notte, mentre c’e’ ancora luce nell’America del Nord: la zona di buio riguarda circa meta’ shermo centrale; poi arriva il giorno in Europa e il traffico aereo europeo si fa piu’ intenso. Con questa visione di 24 ore di voli sui nostri cieli, si può vedere il cambiamento di luce, ora dopo ora, via via che il giorno trascorre.
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Fig.2 Traffico aereo sopra Zurigo
Guardate come il traffico aereo si riduca di notte. Il traffico fra Europa e Stati Uniti, da sinistra a destra, e’ grande durante la notte europea, il traffico inverso inizia quando e’ diventato giorno in Europa ed e’ ancora giorno negli Stati Uniti. Notare anche la striscia di traffico fra Europa e America del Sud e infine che il traffico aereo e’ grande anche in molte altre parti del nostro pianeta. L’ombra notturna si sposta da sinistra a destra. Si vede anche che il sole non tramonta completamente nell'estremo Nord. Infine , guardando dove il sole brilla nell'emisfero Nord, in alto del video, si può stimare l'ora del giorno. E' un documento che deve fare riflettere sul tema dell'inquinamento e, poi, sul fatto che quando si vola, non si è soli in cielo...anzi!
La Fig. 2 mostra il traffico regionale aereo nella zona di Zurigo in tempo reale, aggiornato ogni 5 secondi: notare che per ogni aereo e’ indicata la sigla del volo. Osservando durante una giornata si nota che il numero di voli si riduce fortemente di notte.
Credit: TECHNORAMA-Flight, ZH/AW
Bologna, 1/2/2010
Le particelle virtuali spiegate in 60 secondi
(M. Cuffiani, G. Giacomelli, R. Giacomelli)
primo-pozzo
Le particelle virtuali sono particelle con vita estremamente breve che non possono essere rivelate direttamente, ma che influenzano in modo misurabile alcune quantita’ fisiche, come la massa di una particella  o la forza elettrica fra due particelle elettricamente cariche.
Le particelle virtuali sono un fenomeno puramente quanto-meccanico. Le particelle possono apparire dal nulla -il vuoto- e sparire subito dopo nel vuoto. Oppure possono essere emesse da particelle reali, viaggiare una piccola distanza e sparire appena incontrano un’altra particella. Il principio di indeterminazione di Heisemberg limita la durata della loro effimera esistenza e la distanza che possono percorrere.
vacuum-polarization
Fig.2. Un fotone γ produce
una coppia virtuale e+e- che
poi annichila in un γ

Le particelle virtuali costituiscono un guaio e una benedizione. Un guaio perche’ la loro presenza causa che i calcoli di un processo apparentemente semplice, come la forza elettrica fra un protone ed un elettrone, diventino molto complicati. Una benedizione perche il loro contributo indiretto a processi subatomici puo’ indicare nuove particelle e forze che eludono la loro osservazione diretta ai nostri acceleratori di alta energia.”
Un esempio e’ stata la “misura” indiretta della massa del quark top al LEP del CERN, sottosoglia,
particle-exchange
Fig.3. Scambio di un fotone
virtuale γ fra due elettroni
ottenuta tramite il contributo indiretto (le “correzioni radiative”)  causato dalla grande massa del quark top: ne e’ derivata una “misura” precisa della massa del quark top, che e’ risultata essere in ottimo accordo con la misura diretta sopra soglia effettuata al collisionatore protone-antiprotone di Fermilab.
In definitiva una particella virtuale e' una particella che esiste limitatamente, nello spazio e nel tempo, introducendo incertezza nella misura di posizione e quantita' di moto.
“Alcuni scienziati hanno misurato i contributi di particelle virtuali alla massa del protone e alla forza attrattiva tra due lastre metalliche. Gli esperimenti hanno anche identificato i contributi virtuali prodotti dal bosone di Higgs, che e’ una particella importante per spiegare l’origine della massa di ogni particella.
Crediamo cosi’ non solo che il bosone di Higgs esista, ma sappiamo anche con una certa approssimazione dove possiamo trovarlo."
Credit: C. Dukes, “Symmetry”, Fermilab/SLAC, Ms200
Bologna, 10/1/2010