perche' il transito di Venere riscuote tanto interesse indice transito di Venerela Specola di Bologna e il transito di Venere

Alla ricerca del valore più preciso della distanza Terra-Sole

Sin dal primo suggerimento di Keplero di seguire il transito di Venere del 1631, ci si accorse della possibilità di sfruttare l'occasione per definire la scala delle dimensioni del Sistema solare, base di partenza, a sua volta, per le distanze galattiche. Al giorno d'oggi vi sono nuovi e più precisi metodi di misura dell'Unità Astronomica (UA), frutto delle moderne tecnologie, mentre all'epoca dell'ultimo transito non esisteva sistema migliore di quello offerto dal fenomeno in questione.

Keplero, nelle sue effemeridi, non aveva previsto il transito del 1639, cosa che invece fece Jeremiah Horrocks (1618-1641). Questi compì le osservazioni, ma non ebbe il tempo di analizzare i risultati a causa della sua scomparsa prematura. Si dovette, così, attendere più di un secolo per poter avere i primi dati per il calcolo della distanza Terra-Sole con questo metodo e, precisamente, l'anno 1761, quando gli astronomi di tutto il mondo non vollero più lasciarsi sfuggire un occasione tanto importante.

 
  Fig. 1: Replica della Endeavour, imbarcazione capitanata da James Cook durante le esplorazioni che portarono all'osservazione del transito del 1769.
(Credit: www.barkendeavour.com.au)

Ricordiamo che per giungere alla misura cercata era necessario compiere le osservazioni da più punti sulla superficie terrestre, per questo motivo furono organizzate numerose spedizioni scientifiche in tutti gli angoli del globo, con tutti i rischi e pericoli che comportava un lungo viaggio per mare e la permanenza in luoghi sconosciuti. Oltre ai diari d'osservazione, ricchi di importanti dati astronomici, ai nostri giorni rimangono le affascinanti storie di coraggiosi astronomi-viaggiatori alle prese con tempeste, arrembaggi, epidemie o, "semplicemente", con un cielo coperto proprio nelle ore in cui doveva verificarsi il tanto inseguito ed atteso transito. Storie di scienziati che data la lunga lontananza dalla patria - i viaggi avevano una durata imprecisata e comunque non inferiore ad alcuni anni - vennero, talora, considerati dispersi e che, sopravvissuti, in realtà, alle numerose insidie della spedizione, una volta tornati alle loro case, dovettero ancora faticare per riacquistare i propri beni spartiti tra gli eredi. Tutto questo avvenne tra gli anni 1761 e 1769 ed ancora tra il 1874 e il 1882. Tra i tanti personaggi che attraversarono incredibili vicissitudini alla ricerca del valore più preciso della distanza Terra-Sole, qui ricordiamo alcune storie singolari ed emblematiche, quali quelle vissute da A.G. Pingré (1711-1796), J. Chappe (1722-1769), Le Gentil (1725-1792) e J. Cook (1728-1779).

L'elaborazione dei dati ottenuti fu terminata solo nel 1890 da Simon Newcomb (1835-1909) e portò ad un valore assai preciso della parallasse solare pari a 8,79 secondi d'arco, che corrisponde ad una distanza Terra-Sole di 149.668.465 km.