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Guido Horn d'Arturo     (continua)

Ricerca

Le ricerche di Horn d'Arturo abbracciano vari campi dell'astronomia, astrofisica e cosmologia, dalle tematiche storiche (si veda il lavoro su Numeri arabici e simboli celesti) a problemi di ottica e di strumentazione astronomica; si rimanda alla sua bibliografia per una panoramica sulla sua vastissima produzione a stampa e si segnalano di seguito le ricerche sulla "goccia nera" e sulle "ombre volanti".

 

 

 

 

 
Fig. 1: Simbologia adottata in astronomia per indicare i pianeti, Sole, Luna e alcuni fenomeni.
(Credit: Pubblicazioni dell'Osservatorio Astronomico della R. Università di Bologna", I, 7, 1925
)

La "goccia nera" è un fenomeno ottico visibile, in particolar modo, durante i rarissimi transiti di Venere sul Sole, nelle fasi di contatto dell'ombra del pianeta con i bordi del disco solare.

 
Fig. 2: Immagini della "goccia nera", al punto di contatto tra l'ombra di Venere e il bordo del Sole.
(Credit: "Pubblicazioni dell'Osservatorio astronomico della R. Università di Bologna", I, 3, 1922)
 
Guido Horn fu tra i primi a individuarne la vera causa nell'astigmatismo dell'occhio e dello strumento impiegati per l'osservazione. Il suo lavoro è tornato oggi d'attualità, poiché i prossimi transiti di Venere sul disco del Sole sono previsti nel 2004 e nel 2012, uniche occorrenze del XXI secolo.

Nel 1926 Horn d'Arturo guidò una spedizione italiana in Somalia, per osservare l'eclisse totale di Sole. In tale occasione scrisse un articolo sulle "ombre volanti", che precedono e seguono le eclissi in un'alternanza di bande chiare e scure. Le sue considerazioni furono confermate, trent'anni dopo, dagli studi sulla scintillazione stellare effettuati al Perkins Observatory (USA).

Appena giunto a Bologna, il professore triestino fondò le Pubblicazioni dell'Osservatorio astronomico universitario, sulle quali comparivano i lavori, frutto delle ricerche effettuate a Bologna. Inviate agli Osservatori di tutto il mondo, le Pubblicazioni promossero e diffusero l'attività astronomica bolognese; i libri e le riviste che pervenivano, in scambio, alimentarono la Biblioteca, che oggi porta il nome di Guido Horn d'Arturo. In archivio sono conservate inoltre le lettere scambiate con scienziati di tutto il mondo.

(Guido Horn d'Arturo - pagina 3 di 4)
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