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dell'alimento biologico

Prodotti biologici: quali prospettive?

 
Fig. 1: Campi Vincenzo - " La venditrice di frutta, 1580", olio su tela.
(Credit: Pinacoteca di Brera, Milano)

In un momento come l'attuale, in cui gli imperativi per l'agricoltura del mondo occidentale sono divenuti il contenimento delle eccedenze produttive e l'offerta di alimenti caratterizzati dalla ridotta presenza o, addirittura, dall'assenza di residui di prodotti chimici di sintesi, può sembrare che sussistano buone prospettive per i prodotti dell'Agricoltura Biologica. Questa affermazione, pur in considerazione del forte sviluppo che il settore ha avuto in questi ultimi anni, è però in contrasto con la realtà, poichè, soprattutto per taluni prodotti, il mercato "specialistico" del biologico appare saturo e questi prodotti certificati molto spesso sono venduti come prodotti dell'agricoltura convenzionale in mancanza di una loro richiesta sul mercato. Tale situazione, soprattutto in relazione alle difficoltà di commercializzazione dei prodotti, potrebbe determinare una condizione di extramarginalità dell'attività agricola biologica rispetto a quella convenzionale, per cui nel lungo periodo, in assenza di sostegni da parte di organi pubblici, tale tipo di coltivazione è destinato a scomparire o, al limite, a ridimensionarsi al livello di "mercato di nicchia" che lo ha caratterizzato in questi ultimi anni.

Affinchè il settore possa realmente espandersi, acquisendo quella dimensione minima in grado di consentirgli di operare con sicurezza in un mercato competitivo e, sotto certi punti di vista, saturo come quello delle produzioni agricole, è necessario che l'attività di produzione biologica sia in grado di garantire un adeguato livello di reddito al produttore, livello che non dovrà essere inferiore a quello fornito dai sistemi agricoli tradizionali. A questo scopo occorre operare un salto di qualità, soprattutto al fine di consentire sia la penetrazione di questi prodotti nei "normali" circuiti commerciali, sia l'ottenimento di prezzi di vendita "in linea" con i costi di produzione sostenuti.

Pertanto, non è sufficiente stabilire norme di produzione, ma occorre definire anche una opportuna politica commerciale da parte degli organismi che operano in questo settore. Politica commerciale che, visti i modesti quantitativi di prodotto controllati da ciascun organismo, non potrà che essere unitaria, al fine di acquisire quella dimensione economica minima che consentirebbe di rendere evidente il prodotto sul mercato e che permetterebbe di impostare una efficace ed efficiente politica di marketing. Strumento fondamentale per operare la valorizzazione della produzione è sicuramente l'etichetta e il marchio ed in questa direzione si è mossa la Regolamentazione Comunitaria delle produzioni biologiche.

 

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