DIAGNOSI E TERAPIA DEI DISTURBI COMPORTAMENTALI NEL CANE

I problemi comportamentali rappresentano la prima causa di abbandono o di soppressione degli animali d’affezione in moltissimi paesi. Molti dei soggetti rinunciati dai proprietari entrano nei canili.

La maggior parte dei comportamenti sgraditi vengono appresi fin da cucciolo e si consolidano nel tempo fino al raggiungimento della maturità sociale. E’ triste pensare che l’insorgenza di quasi tutti i disturbi comportamentali - o buona parte di essi - poteva essere evitata con una corretta educazione del proprietario e del cane, fin da cucciolo, alla reciproca relazione. Ed è ancor più grave se pensiamo alla funzione sociale del cane considerato un facilitatore dei rapporti interpersonali. Di fatto il cane riveste oggigiorno un ruolo affettivo/emozionale d’importanza sempre maggiore nelle famiglie e nella società.

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Cani abbandonati o “rinunciati” dai proprietari, in attesa di essere ri-adottati.

A (Foto da http://animali-adozioni.vivastreet.it/cuccioli-regalo+milano/mose-triste-spinone-recluso-in-gabbia---/38408200)

B (Foto da http://www.comune.bologna.it/rifugiocanegatto/ospiti.action)

Per disturbi comportamentali s’intende sia i comportamenti indesiderati sia quei comportamenti che rappresentano vere e proprie patologie comportamentali. La gestione dei problemi comportamentali relativi all’interazione uomo-animale è di pertinenza del medico veterinario comportamentalista. Nell’ambito della clinica medica veterinaria esiste, infatti, una disciplina specialistica, la Medicina Comportamentale, che si occupa di formulare una diagnosi e di individuare il protocollo terapeutico più appropriato. Che sia il veterinario comportamentalista la figura di riferimento per i disturbi comportamentali degli animali d’affezione, quale è il cane, è giustificato dal fatto che  esiste una stretta relazione tra la salute fisica, l’assetto emozionale e cognitivo dell’animale ed il suo comportamento. Basti pensare agli effetti che hanno sul comportamento alcune patologie organiche del sistema nervoso ed endocrino, certe alterazioni del metabolismo o determinati fenomeni algici localizzati.

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21 Aβ deposition in canine frontal cortex. Scale bar =  200 µm (Vet Pathol. 2008 Jul;45(4):455-66. Complementary distributions of amyloid-beta and neprilysin in the brains of dogs and cats).

22 Pippo, cane di anni 19, affetto da Sindrome da disfunzione cognitiva del cane anziano (per gentlile concessione di Avoni Valeria)

La terapia comportamentale

Al fine di modificare un comportamento, il medico veterinario comportamentalista ricorre alla terapia comportamentale supportata in molti casi da terapia farmacologica. La terapia comportamentale consiste nel modificare il comportamento dell’animale utilizzando metodi scientificamente fondati il cui esito apporta un beneficio sia per il cane sia per il proprietario. Per riuscire ad individuare la strategia comportamentale e il supporto farmacologico più idonei a modificare un disturbo del comportamento, è necessario formulare una diagnosi, il cui raggiungimento comporta, preliminarmente, la raccolta da parte di tutti i membri della famiglia delle informazioni, quanto più possibile accurate e dettagliate, del comportamento dell’animale.

I membri della famiglia compongono assieme al cane un branco misto uomo-cane. (Foto da ilgigliodicristallo.blogspot.com).

La terapia farmacologica

La prescrizione del farmaco psicoattivo da parte del medico veterinario comportamentalista è effettuata in base alla diagnosi formulata, allo stato di salute del paziente e alla valutazione dell’efficacia del farmaco prescelto per il disturbo diagnosticato. I farmaci psicoattivi hanno la capacità di indurre modificazioni del comportamento o delle motivazioni che stanno alla base di tali comportamenti. In tal senso sono estremamente utili per il trattamento delle alterazioni del comportamento animale anche se raramente i farmaci, da soli, riescono a risolvere il problema comportamentale. L’efficacia di tali farmaci è migliorata nel tempo grazie alla maggior comprensione delle complesse interazioni tra neurobiochimica, assetto emozionale e risposta comportamentale. Tuttavia il meccanismo mediante cui tali sostanze farmacologiche, legate a specifici siti recettoriali, siano in grado di indurre modificazioni umorali e comportamentali rimane ancora oscuro.

Nella pratica clinica spesso si ricorre all’uso di tali sostanze farmacologiche per il trattamento di gravi problemi comportamentali. Tuttavia la maggior efficacia si ottiene quando vengono associati ad una corretta gestione dell’animale nell’ambiente e a specifiche tecniche di modificazione del comportamento.

Formulata la diagnosi e stabilito il protocollo terapeutico, un aspetto di notevole importanza nella gestione del rapporto col proprietario dell’animale è quello di tranquillizzarli sul fatto che il trattamento non debba durare per tutta la vita dell’animale. Difficile è stabilire a priori la durata esatta del trattamento farmacologico poiché dipende dalla gravità del disturbo, dal tipo di farmaco e dalla risposta del paziente a quel trattamento farmacologico. In genere sono necessarie parecchie settimane di terapia e talvolta molti mesi. La capacità dei proprietari di seguire con costanza le procedure stabilite nella terapia comportamentale influisce sulla durata del trattamento farmacologico. L’obiettivo del trattamento farmacologico associato alla terapia comportamentale è quello di eliminare il disturbo comportamentale. Raggiunto il traguardo, il protocollo terapeutico verrà protratto per alcuni mesi successivi alla scomparsa del disturbo comportamentale e solo allora si inizierà, per la maggior parte dei farmaci psicoattivi, una graduale riduzione del farmaco somministrato fino alla definitiva cessazione del trattamento farmacologico.

Giulia Bompadre,

DVM, Ph.D, Esperto in Comportamento Animale (FNOVI)

Centro Studi Terapie Assistite dagli Animali – Università di Bologna

Giulia.bompadre@unibo.it   Cell-339.1735250

Stefano Cinotti,

Professore Ordinario – Dip.Scienze Mediche Veterinarie

Direttore Generale IZS Lombardia - Emilia Romagna

Stefano.cinotti@unibo.it