"Evoluti per caso"
TAPPA MACHU PICCHU

Gli studenti raccontano


Margherita:

"Deformazioni Artificiali e Trapanazioni Craniche nel Perù Precolombiano"

Deformazioni Craniche Artificiali
Le deformazioni artificiali del cranio come tatuaggi, piercing, modificazioni dentarie fanno parte delle alterazioni del corpo che hanno sempre accompagnato le espressioni culturali umane.
Esse possono avere significato estetico, possono indicare l'appartenenza ad una casta, in alcuni casi si credeva anche che aiutassero il bambino a diventare più intelligente.
Per ottenere una deformazione è necessario intervenire sul neonato, prima che si chiudano le fontanelle craniche, infatti, le ossa sono in formazione e ancora presentano un buon grado di deformabilità.
Il più antico cranio deformato risale a circa 8500 anni fa, è stato trovato nelle Caverne Lauricocha, in Perù Le antiche civiltà peruviane sono infatti le prime e le più specializzate in questa pratica.


Fig. 1:  Alcuni esempi di deformazioni

 

Fig. 2: Un cranio deformato
 
Classificazione delle deformazioni
Dalla metà del 1700 i crani deformati iniziano ad essere analizzati dalla comunità scientifica e si cominciano a proporre differenti tipi di classificazioni.
Paul Broca propone di classificare le diverse deformazioni tramite la causa che le ha provocate; si distinguono così deformazioni:
  • Deformazioni Anulari
    Sono provocate da cinghie, bende o fasce portate molto strette che comprimono circolarmente il capo. Le deformazioni anulari portano ad una dolicocefalia artificiale, si pensa che possano essersi originate in seguito all'osservazione di deformazioni accidentalmente causate da bende troppo strette sulla testa del neonato.
    A seconda di come siano posizionate le bende si distinguono deformazioni anulari oblique o erette (iniaca e lambdica con la nuova denominazione).
  • Deformazioni Tabulari
    Sono il risultato di una compressione fronto-occipitale attuata tramite tavolette. Le deformazioni tabulari sono molto diffuse, generalmente producono un’accentuata brachicefalia. Si dividono in erette e oblique, le deformazioni erette si ottengono solitamente tramite strumenti detti corporali, solitamente culle,che compromettono cioè la libertà di movimento del bambino, le deformazioni oblique, invece, si ottengono tramite apparecchi detti cefalici ed il risultato è il frontale inclinato e la volta rovesciata indietro.

Trapanazioni craniche
La trapanazione cranica è probabilmente il più antico esempio di chirurgia esistente, è stato trovato un cranio con segni di trapanazione a Taforalt, in Marocco, risalente a circa 12.000 anni fa.
Le trapanazioni sono state eseguite da moltissime civiltà ed hanno una distribuzione quasi ubiquitaria; questa pratica ha fatto parte della chirurgia popolare fino a tempi recenti in Algeria, Abissinia, fra i Serbi e gli Albanesi. È stata inoltre molto diffusa tra i Melanesiani che operavano anche a scopo preventivo.
Le trapanazioni erano eseguite per vari motivi, alcuni dimostrati, altri solo ipotizzabili. Oltre che come risposta in seguito a traumi (molte si trovano nella parte sinistra del frontale, zona colpita in combattimento se l'avversario è destrimano) o cura di malattie ricondotte alla testa come cefalee, epilessia o convulsioni; craniotomie erano probabilmente effettuate per ragioni rituali (possibile rito di iniziazione) o magico-religiosi (la perforazione del cranio poteva servire a far uscire spiriti maligni).
Le tecniche dell'operazione, e l'alta percentuale di sopravvissuti, indicano una grande conoscenza dell'anatomia della testa, infatti erano eseguite evitando le suture craniche, i seni venosi, le arterie, e senza intaccare le meningi.
Paul Broca ha dimostrato la possibilità di effettuare questo intervento con strumenti litici trapanando il cranio di un cane di due mesi con una lama di selce in soli 9 minuti; il cane poi sopravvisse all'operazione.

Tipi di trapanazione
Le trapanazioni craniche si classificano sulla base della tecnica di realizzazione e si dividono in:

  • Trapanazioni per abrasione: il cranio viene perforato per azione di sfregamento di un oggetto con superficie piatta abradente, questa tecnica è la più primitiva e presenta inconvenienti come la copiosa perdita di sangue.
  • Trapanazioni per incisione: ottenute tramite un oggetto duro e appuntito che incide progressivamente il cranio finché la porzione di osso delimitata si stacca. La trapanazione a "croce incaica", molto in uso in quella civiltà, rientra in questa categoria e consiste nell'effettuare due serie di tagli perpendicolari tra loro che delimitano una sezione quadrangolare che poi si asporta.
  • Bulinaggio: il foro viene praticato ruotando uno strumento appuntito sul suo asse principale come se si trattasse di un bulino, a seconda della grandezza della punta e dell'inclinazione dell'asse cambiano la forma generale del foro e i margini. La trapanazione "a corona di ebanista" consiste nel praticare fori vicini tra loro con il metodo del bulinaggio e poi staccare la parte delimitata da essi.
  • Cauterizzazione: la trapanazione viene effettuata tramite una pietra o uno strumento metallico rovente, il foro appare di forma ovalare e con margini degradanti.

Tutte queste tecniche possono poi essere integrate tra loro ottenendo trapanazioni "miste" (abrasione-incisione; bulinaggio-incisione e bulinaggio-abrasione).
In alcuni crani si trovano trapanazioni multiple, la cui cronologia si può desumere dallo stadio di guarigione delle varie perforazioni.
Dopo l'intervento il paziente veniva bendato e gli venivano applicati unguenti per evitare la setticemia, a volte la zona di perforazione era protetta o con placche metalliche o con altri materiali rigidi.
Fin qua abbiamo parlato di trapanazioni craniche effettuate ante mortem, ma molto frequenti erano anche le trapanazioni post mortem, infatti dai crani dei defunti si ottenevano rondelle usate poi come amuleti o oggetti per accompagnare altri morti nell'aldilà.
I due tipi di trapanazione si distinguono dalla presenza o meno di callo osseo, da eventuali segni di infezione (cosa che però non avveniva di frequente) e comunque dalla conformazione dei margini del foro. È più difficile  distinguere una trapanazione avvenuta subito dopo la morte da una avvenuta subito prima.

 
fig. 3: Una trapazione cranica

Trapanazioni craniche nell'antico Perù
La pratica della trapanazione cranica era molto comune nel Perù precolombiano: sono stati trovati più di mille crani trapanati solo in Perù e Bolivia. Questa pratica si diffonde nell'America del Sud intorno al 500 a.C. per poi affermarsi sempre di più nelle civiltà pre-incaiche nell'impero Tahuantisuyu.
Studi effettuati su reperti peruviani hanno stabilito che intorno al 400 a.C. il tasso di sopravvivenza era intorno al 40%, percentuale che arriva all'80% nel periodo Inca.
I più specializzati in questa pratica era i medici del lago Titicaca appartenenti alla civiltà Huari-Tiwanaku che lo stesso Inca "reclutava" come medici dell'impero.
Lo strumento principalmente usato dai chirurghi peruviani era il tumi una sorta di coltello dalla lama semilunare, ne sono stati ritrovati esemplari di diversi materiali ma i più diffusi erano ossidiana, rame e oro.
Raramente i reperti peruviani presentano segni di infezioni gravi, questo potrebbe essere imputabile alla mancata ospedalizzazione che evita un possibile contagio.
La tecnica dell'abrasione in Perù è presente soprattutto su crani di bambini, questo fatto potrebbe identificarla come pratica medica preventiva più che curativa. Molto diffusa è l'incisione "a croce incaica".